google.com, pub-1709475914964886, DIRECT, f08c47fec0942fa0 Domodossola News: 2023

La lettera pastorale del Vescovo Brambilla nelle messe di Domodossola

Il vescovo di Novara Franco Giulio Brambilla nella sua ultima lettera pastorale  offre una meditazione sulla parabola del Buon Samaritano del Vangelo di Luca, per leggere e comprendere, attraverso uno dei racconti più belli del Vangelo, le sfide che si propongono alla comunità cristiana chiamata all’attenzione e alla vicinanza ai poveri e a chi vive le diverse forme di fragilità odierne. 

“Chi è il mio prossimo? La Sapienza della carità evangelica" è anche il tema che sarà proposto durante durante l'omelia in alcune messe celebrate nella parrocchia domese, che si svolgeranno alle 20.30 nelle chiese delle borgate che fanno riferimento alla Collegiata tra novembre e dicembre. Le celebrazioni intendono proprio essere un momento di riflessione sulla lettera pastorale del vescovo.

Questo il calendario: a Vallesone alle 20.30 il 7 novembre seguiranno altre messe con la riflessione sulla lettera pastorale del vescovo. sempre alle 20.30: il 14 ad Andosso, il 21 a Prata, il 28 a Vagna, il 5 dicembre a Vallesone.  Poi a Bognanco San Lorenzo l'8, il 15, il 22, il 29 novembre e il 6 dicembre. A San Rocco a Mocogna 6, il 13, il 20 e il 27 novembre e il 4 dicembre. 

ossolanews.it


Domodossola, scuole superiori pronte al dietrofront sugli orari di fine lezioni



L’istituto Marconi Galletti Einaudi di Domodossola sarebbe pronto a tornare all’orario in vigore prima del Covid: fine delle lezioni alle 13,15 e due rientri pomeridiani. E’ la mediazione a cui si è giunti nell’ultimo incontro di ieri pomeriggio tra il preside Gaudenzio D’Andrea, i sindaci dei comuni montani dell’Ossola e una delegazione di studenti della scuola superiore. La notizia non è ancora ufficiale, ma la strada intrapresa è questa. E’ stato il presidente della Provincia Alessandro Lana a convocare la riunione di ieri: 24 i sindaci chiamati e quasi tutti erano presenti. Oggi Lana riferirà l’esito a cui si è giunti all’altro preside coinvolto in questa partita, Pierantonio Ragozza, dirigente del liceo Spezia.

Una polemica che ormai va avanti da oltre un mese e riguarda il Marconi Einaudi e Galletti e lo Spezia, scuole superiori che da quest’anno scolastico avevano deciso di posticipare la fine delle lezioni giornaliere alle 14. Decisione contestata sin da subito dai genitori degli studenti che vivono nelle valli ossolane, ma anche da quelli che arrivano dal Cusio. Con il nuoco orario in vigore dall’11 settembre i loro ragazzi infatti arrivano a casa ogni giorno non prima delle 16.

Solo nelle prossime ore si saprà se anche il liceo accetterà di rimodulare l’orario scolastico con uscita alle 13,20 e, in questo caso, fare anche un rientro pomeridiano. «Siamo sulla buona strada per trovare una soluzione. Non mi sbilancio perché nulla è ancora ufficiale» si è limitato a commentare al termine della riunione Lana.


Più ottimista il sindaco di Vanzone San Carlo Claudio Sonzogni, anche se riconosce che per l’ufficialità occorrerà attendere ancora. «Se, come pensiamo, alla fine di questo lungo percorso ci sarà il ritorno agli orari che erano in vigore prima della pandemia spero nessuno dica che hanno vinto i sindaci. Perché a trionfare è stato il buon senso».

Per settimane Sonzogni è stato il portavoce dei colleghi delle valli Antrona, Antigorio, Divedro, Formazza e Vigezzo.

La Stampa

Arrestata con 3 chilogrammi di droga su un treno a Domodossola

 

- I militari della guardia di finanza di Domodossola (Verbano-Cusio-Ossola) hanno arrestato un corriere della droga che, a bordo di un treno proveniente da Basilea e diretto a Milano, stava trasportando oltre 3,3 chilogrammi di sostanza stupefacente, tra cocaina ed eroina. Si tratta di una donna di nazionalità nigeriana, ora in carcere a Vercelli.

Nella borsa con cui viaggiava, la donna nascondeva 276 ovuli e 7 pepite di sostanza stupefacente, per un totale di 1.438 grammi di cocaina purissima e 1.870 grammi di eroina. Una volta tagliata e immessa sul mercato, la droga avrebbe potuto fruttare circa 200mila euro.

giornaledibrescia.it

Lo scorso 3 settembre in diocesi è stata celebrata la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato con un pellegrinaggio da Pella a Madonna del Sasso. Al termine la messa presieduta dal nostro vescovo Franco Giulio Brambilla. Di seguito pubblichiamo il testo integrale della sua omelia


Le due tavole di Madonna del Sasso

La Parola di Dio di questa XXII domenica del Tempo Ordinario ci consente di fare una breve riflessione che, per un verso, procede nella lettura quasi continua del vangelo di Matteo, che ci sta accompagnando in questo anno liturgico e, per l’altro verso, ci aiuta a focalizzaci sul motivo che oggi ci vede qui radunati e convenuti.

 La prima tavola

Il Vangelo proclamato oggi è come la seconda tavola di un dittico, accanto a quella della scorsa domenica. Nello sviluppo del vangelo di Matteo, come anche negli altri due sinottici, l’episodio della confessione di fede si colloca al centro del racconto, in posizione strategica. L’episodio narrato nel brano proclamato domenica scorsa (Mt 16,13-20) è ambientato a Cesarea di Filippo, quando Gesù pone la domanda: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?» (Mt 16, 13b). È interessante, perché è Gesù stesso che pone la domanda circa la sua identità, non la lascia nelle nostre mani. Potremmo persino smarrirla, potremmo non sentirla, come càpita oggi alla maggioranza delle persone. Che senso ha oggi interrogarsi su chi è Gesù per me? Gesù pone testardamente ad ogni epoca e continua a riproporre anche oggi la stessa domanda. C’è un bel testo ne “I fratelli Karamazov” di Fëdor Dostoevskij, che è un romanzo nel romanzo, e che narra la scena del Grande Inquisitore. La lettura del testo è avvincente: a un certo momento del confronto drammatico, l’Inquisitore dice a Gesù presente e tornato dopo diciotto secoli: «Taci! (…) Perché sei venuto a disturbarci?»

Sì, è così! Lui viene a disturbarci, ponendoci sempre da capo la stessa domanda: “Chi dice la gente che io sia?”. Una domanda che è una sorta di inchiesta, di sondaggio, circa i pareri diffusi tra la gente. Le risposte che danno i discepoli dicono quanto si dice in giro: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti» (Mt 16, 14). Gli uomini, quando va bene, cercano al massimo uno che dica una parola, che non sia semplicemente la chiacchiera, ma che sia una parola profetica. Profetica non significa che sia capace tanto di predire il futuro, ma una parola che legge e interpreta il presente, che lo legge in profondità, che non fa scorrere la mano solo sulla superficie degli eventi, ma che ne legge le dinamiche profonde. Si tratta di individuare che cosa sta avvenendo in questo periodo, dopo i quasi tre anni persi sul nostro calendario e che risultano come pagine bianche. Gesù poi incalza e pone una seconda domanda: «Ma voi, chi dite che io sia?» (Mt 16, 15). Non basta fare un’inchiesta su cosa dica la gente, occorre prendere posizione personalmente: chi sono io per te, chi sono io per voi? Che significato ho per te, come entro nel novero delle cose che fai normalmente nella vita? La domanda di Gesù è personale e personalizzante!

Poi solo nel Vangelo di Matteo segue questa scena, dopo che Pietro aveva risposto a nome di tutti i discepoli in modo esemplare con la forma più ampia: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16). È quasi una risposta “da catechismo”, perfetta. Gli altri evangelisti hanno semplicemente: “Tu sei il Cristo”, cioè il Messia. A questa risposta pregnante, Gesù risponde svelando a Pietro la sua identità. Gesù, quasi simmetricamente, ribatte: «E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (Mt 16, 18). Probabilmente, nel testo originale aramaico, il termine pietra era maschile: e quindi è come se Gesù avesse detto: “Tu sei sasso e su questo sasso, che sei tu, edificherò la mia Chiesa”. È efficace e bella una tale simultaneità! Infatti Pietro risponde a Gesù circa il valore della sua identità; e Gesù, per contro, gli risponde rivelandogli qual è la sua nuova identità, gli indica la sua funzione di sasso (pensate allo stupendo “sasso”, su cui è costruito il nostro Santuario), cioè egli dovrà essere roccia per la sua Chiesa. Questa, dunque, era la prima tavola del Vangelo di Matteo, che abbiamo sentito domenica scorsa.

 La seconda tavola

La seconda tavola è la pagina che abbiamo ascoltato nel vangelo di oggi. Inizia con il primo annuncio della passione: «Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno» (Mt 16,21).

L’annuncio di Gesù probabilmente è per Pietro un pugno nello stomaco! In modo particolare per il primo degli apostoli, che si aspettava un messia che doveva venire con braccio forte e con mano distesa (cfr. Ger 32,21), un messia che avrebbe sbaragliato tutti. Così era l’attesa di molti in Israele, ed è per questo motivo che c’è discussione attorno alla domanda su cosa effettivamente attendessero i contemporanei di Gesù! Quale immagine avevano del messia atteso? È accaduto anche un fatto curioso: in ebraico la parola “Mashiah” è tradotta in greco con Christós-Χριστός, cioè “unto”, consacrato del Signore. La traduzione Mashiah con Christós non verrà più usata dagli ebrei dopo Cristo, perché era stata adottata dai cristiani, e non sarà tollerata per definire il Messia del Signore. Gli ebrei useranno ancora mashiah – מָשִׁיחַ, ma da allora in poi lo tradurranno con un altro termine greco eileménos/ειλεμένος, che significa il prescelto, il consacrato. L’uso del termine Messia-Cristo ha un significato ormai differente, ha preso un’altra direzione, quella indicata da Gesù. È un messia diverso, persino strano, perché non appare con braccio forte e disteso, non viene a sbaragliare il bene sul male, ma viene per passare attraverso il male, guarendolo dal di dentro con il bene. Il male non si asporta chirurgicamente come fosse un tumore, ma lo si guarisce lavorandolo e sanandolo dal di dentro. Sappiamo che anche quando c’è un male grave che va asportato, quanta cura ha bisogno prima, durante e dopo. Questa è una caratteristica propria del cristianesimo! Gesù porta la pecorella ferita in spalla; il buon Samaritano cura con olio e vino le ferite del malcapitato. Tutte le raffigurazioni evangeliche sono coerenti con l’agire che riguarda Gesù. Certamente ci piacerebbe un uomo-Dio che sbaraglia tutto il male: questa è l’immagine incarnata da Giovanni il Battista che ha parole forti verso chi non porta frutto o è una malapianta che perciò va estirpata.

Di fronte a questo cambio di scena la risposta di Gesù è chiara e ben nota, ed è facile da ricordare anche in latino: “Vade retro Satana!”. «Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: “Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai”» (Mt 16, 22). Pietro risponde in modo quasi sfrontato, ma ecco la reazione di Gesù: «Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: “Va’ dietro a me, Satana!”» (Mt 16,23). La nuova traduzione italiana si esprime così: “Va’ dietro a me, Satana!”, ma più chiaramente potremmo intendere: “Sta’ indietro un passo, cammina dietro me, perché se fai un passo avanti a me, se cerchi in qualche modo di superarmi, per essere tu il Messia, sei diabolico, cioè sei un satana”! Tutte le volte che noi cerchiamo di superare Lui, di camminargli davanti, di non essere come chi lo segue, diventiamo diabolici, cioè satanici. Facendo così, mettiamo al centro quei valori, quelle scelte e visioni della vita che pretendono di essere il bene che sbaraglia il male, vale a dire sono quelli che immaginano un messia potente e non un messia sofferente che si carica sulle spalle la fatica, il dolore, il limite, ma anche la gioia, la speranza, il desiderio di tutti gli uomini e di tutte le donne. Perciò Pietro deve stare un passo indietro, ecco perché Gesù aggiunge: «Tu mi sei di scandalo perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Gesù è colui che vive tutta la sua vita, pensata e vissuta secondo Dio, ma questa scelta è sempre minacciata da coloro che gli stanno intorno e che pensano al contrario secondo gli uomini.

Se non comprendiamo questa scena, non possiamo sentire le frasi che seguono. Con grande probabilità l’evangelista mette insieme alcune affermazioni di Gesù, che per la loro coerenza tematica potevano essere collegate tra loro, anche se dette in momenti diversi. La prima è la più famosa: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16, 24). In media anche nella predicazione e nella catechesi di vescovi, sacerdoti, diaconi, suore e genitori, questa frase è caduta in disuso, perché è sempre sconvolgente dover commentare «… prenda la sua croce e mi segua!». La spiegazione è data da Gesù stesso nel loghion (detto) seguente: «Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà» (Mt 16,25). Questo è allora il messaggio che oggi vi consegno con il seguito del Vangelo.

Stamattina ho visitato una parrocchia e durante la celebrazione della messa avevo tanti ragazzi davanti. Ho detto loro di fare provare a fare un esperimento: “Quando tornate a casa, prendete una moneta da un euro e nascondetela bene in un luogo solo a voi noto, con allegato il messaggio di tirarla fuori fra dieci anni! Vedrete che il vostro euro dopo dieci anni, avrà un valore… forse dimezzato!”. I ragazzi erano tutti incuriositi. Allora ho detto loro: se tu cerchi di tenere la tua vita stretta tra le mani, di possederla e di non spenderla, ma di nasconderla sotto il materasso o sotto la piastrella, essa perde inesorabilmente di valore. È solo spendendola, mettendola in circolo, che essa acquista valore. La certezza della mia affermazione non proviene né da me, né dal parroco, né del sindaco, ma è trasmessa innanzitutto dai genitori. Ce l’hanno insegnata il papà e la mamma, iscrivendola nella nostra carne, nella nostra mente e nel nostro cuore. La presenza della mamma ci dice che la vita è buona. Continua a ripetercelo fino all’ultimo giorno della sua vita. La mamma rappresenta l’origine buona della vita, perché ci dona il nutrimento e la fiducia della vita. E il padre cosa rappresenta? Siccome la vita è buona, il padre ci dice che dovremo spenderla. Se la mamma è la sorgente inesauribile della bontà della vita, il papà ci dice che la vita va spesa, va irradiata… Un tempo il padre insegnava e trasmetteva il proprio mestiere, ma attraverso il mestiere, la professione, veniva trasmessa la cosa più difficile che era il “mestiere di vivere”! Verso la metà del Novecento, secondo il grande studioso psicanalista Lacan, è avvenuto un fenomeno che egli chiama l’evanescenza del padre! Con l’acqua sporca del padre padrone, si è gettata via anche la sorgente del padre buono! La nostra è una società senza padri, cioè senza persone autorevoli che trasmettano il mestiere di vivere. Non solo la Parola di Dio ci parla della difficoltà a donare la vita, anche se essa ce lo dice con il linguaggio di Gesù che talora è forte e tagliente.

Sul balcone della Madonna del Sasso

Infine, vi chiedo di fare un piccolo esercizio per voi che siete ascesi fino a questo luogo incantevole. Al termine della Messa, quando uscirete, affacciatevi da balcone naturale della Madonna del sasso, con il suo meraviglioso spettacolo e chiedetevi se la natura, il mondo, il creato che stanno davanti ai vostri occhi, potrà essere trasmesso alle generazioni future, possedendolo, manipolandolo, sfruttandolo, immaginandolo come una cava di pietra?!? L’ultima e improbabile immagine che potrebbe venirci in mente, affacciati da questo santuario della Madonna del Sasso, è che sotto di noi vi sia una cava di pietre da sfruttare a nostro piacimento.

Davanti al nostro sguardo si squadernerà la meraviglia, sarà lo stupore a colpirci. Il bello è bello, sempre! Anche nei nuovi progetti per le nostre case dobbiamo avere la sapienza di dare il giusto spazio sia agli edifici che alla natura. Così è accaduto lungo i secoli: quando visitiamo questi luoghi siamo sempre meravigliati di come i nostri padri abbiano costruito chiese, monasteri e conventi in luoghi incantevoli. Persino nei luoghi più impervi! E commentiamo dicendo una banalità: che bei posti, dimenticando che furono costruiti a mano, senza la tecnologia di oggi!

Un tempo c’era un rapporto di stupore, di meraviglia, di attenzione nei confronti della natura. Allora, facciamo questo esercizio: mentre ci specchieremo nella bellezza del creato, anche la nostra vita non dovrà possedere e sfruttare le cose, ma essere capace di apprezzare ciò che è bello e buono, come la bellezza della giornata che abbiamo trascorso insieme in cammino con altre persone. Perché una cosa è certa: come ci specchiamo nella natura, così essa si riflette nella nostra anima.

+Franco Giulio Brambilla
Vescovo di Novara

diocesinovara.it

Orari S. Messa Vicariato dell'Ossola

 Gli orari riportati di seguito si riferiscono alle celebrazioni domenicali e festive e sono aggiornati a novembre 2019.  (diocesinovara.it)

In caso di particolari necessità nel corso dell’anno, gli orari potranno subire variazioni.

UPM 18 – Villadossola

VIGILIE
Ore 16: Calasca
Ore 16.30: Cardezza
Ore 16.45: Borgone (Ceppo Morelli)
Ore 17: Castiglione;  Macugnaga (Pestarena); Megolo
Ore 18: Antrona (solo nei mesi di luglio e agosto); Anzola; Macugnaga (Pecetto, solo nei mesi di luglio e agosto); Pontegrande; Premosello; Vanzone; Villadossola (Cristo Risorto); Vogogna; Pallanzeno; Prata
Ore 20: Villadossola Villaggio Sisma

FESTIVE
Ore 7.45: Vanzone (casa di riposo)
Ore 8.30: Macugnaga (chiesa parrocchiale,  solo nei mesi di luglio e agosto)
Ore 9: Cuzzego; Villadossola Noga; Vogogna (cimitero); Bannio; Seppiana o Viganella (a domeniche alterne)
Ore 9.30: Premosello (Colloro) , Macugnaga (Borca, solo nei mesi di luglio e agosto); Ceppo Morelli
Ore 10: Beura; Montescheno; Piedimulera
Ore 10.15: Calasca
Ore 10.30: Villadossola (Villaggio Sisma); Vogogna
Ore 10.45: Premosello
Ore 11: Cosasca; Pallanzeno; Pieve Vergonte; Macugnaga
Ore 17: Macugnaga (chiesa parrocchiale, in inverno)
Ore 17.30: Macugnaga (chiesa parrocchiale, in estate); Anzino
Ore 18: Antrona; Cimamulera; Premosello (Cuzzego); Macugnaga (Pecetto); Villadossola (Cristo Risorto)
Ore 21: Macugnaga (Chiesa vecchia)

UPM 19 – Domodossola

VIGILIE
Ore 16.30: Domodossola San Quirico (ora solare)
Ore 17: Domodossola (Badulerio e Madonna della Neve); Varzo (da novembre-aprile, a rotazione nei diversi oratori)Domodossola San Quirico (ora legale); Devero (solo in agosto); Premia (ora legale): Viceno (mesi luglio e agosto)
Ore 17.30: Domodossola Cappuccina; Croveo (estate); Baceno (inverno)
Ore 18: Domodossola; Baceno (estate); Varzo (da maggio a ottobre a rotazione nei diversi oratori)); Vocogna
Ore 18,30: Ponte (Formazza) (inverno); Pontemaglio (inverno)

FESTIVE
Ore 8: Domodossola;
Ore 9: Domodossola Cappuccina; Vocogna (cimitero); Gabi Valle; Croveo
Ore 9.30: Trasquera (prima, quarta e quinta domenica del mese) Premia
Ore 10: Domodossola; Domodossola Badulerio; Domodossola Calvario; Vagna; Cravegna; Mozzio; Oira
Ore 10.30: Vocogna; Domodossola Cappuccina; Domodossola ospedale
Ore 11: Domodossola; Varzo (seconda, terza e quinta domenica del mese); Mocogna; Crosiggia; Baceno (mesi luglio e agosto); Chiesa (Formazza)
Ore 11,15: Crodo
Ore 16.30: Domodossola Calvario (inverno)
Ore 17: Devero (mesi di luglio e agosto); San Rocco di Premia (ora solare)
Ore 17.30: Domodossola Cappuccina; Domodossola Calvario (estate); Baceno (ora solare)
Ore 18: Varzo (prima e quarta domenica del mese); Vocogna; Baceno (ora legale); San Rocco di Premia (ora legale)

 

UPM 20 – Val Vigezzo 

VIGILIE
Ore 16.30: Re (Santuario)
Ore 17: Santa Maria Maggiore (da settembre a giugno); Toceno; Zornasco (da settembre a giugno a sabati alterni in chiesa parrocchiale; a luglio e agosto in chiesa parrocchiale)
Ore 18: Santa Maria Maggiore (luglio e agosto); Druogno; Malesco

FESTIVE
Ore 9: Coimo; Finero; Villette
Ore 10: Malesco; Santa Maria Maggiore; Toceno; Re (Santuario)
Ore 10,30: Vocogno
Ore 11: Santa Maria Maggiore (luglio); Re (Santuario)
Ore 11.15: Craveggia; Druogno
Ore 16.30: Re (Santuario)
Ore 18: Santa Maria Maggiore (luglio e agosto); Druogno

 

A pochi giorni dall’avvio dell’anno scolastico 2023-2024 il vescovo Franco Giulio scrive a tutti gli studenti. Ecco il testo del messaggio


Perché studiare rende liberi?

Messaggio per l’inizio dell’anno scolastico 2023-2024

Nei “The Einstein Archives Online” della “Hebrew University of Jerusalem” è possibile consultare un piccolo biglietto manoscritto del grande fisico tedesco, naturalizzato statunitense, Albert Einstein (Ulma 1879 – Princeton 1955). Insieme a una complessa formula matematica, vi si legge in tedesco un breve indirizzo di saluto che, nel dicembre 1933, egli rivolse agli studenti dell’Università di Princeton, presso la quale si trovava e dove rimase sino alla morte, a seguito dell’espulsione dalle università tedesche, nell’aprile dello stesso anno, di tutti i professori di origine ebraica.

Nel biglietto Einstein scrive: «Sono contento di vivere in mezzo a voi che siete giovani e felici. Se un vecchio studente potesse in breve dirvi qualcosa, le parole sarebbero queste: Non considerate mai lo studio come un dovere, ma come l’invidiabile occasione di conoscere la liberante bellezza nello spirito, per la vostra gioia personale e a vantaggio della comunità alla quale appartiene la vostra opera futura» (A. Einstein, Archive, 28-257).

Nel manoscritto si notano tre significative correzioni: l’aggettivo «liberante» è aggiunto in un secondo momento; anche il riferimento alla «comunità» viene aggiunto, perché prima Einstein si riferiva più semplicemente a «tutti coloro ai quali il vostro lavoro sarà dedicato»; l’espressione finale viene modificata, prima egli parla della comunità «per la quale più tardi lavorerete» e poi della comunità «alla quale appartiene la vostra opera futura».

Libertà, comunità, la vostra opera, sono tre parole aggiunte da Einstein al suo biglietto di appunti. Sono bellissime per iniziare il nuovo anno scolastico! Si studia per prepararsi e dare ciascuno la nostra opera al mondo in cui viviamo; si può crescere solo se si gusta la liberante bellezza dello spirito nelle lingue, nella letteratura, nella filosofia, nell’arte, nella storia, nei costumi, nelle scienze, nella matematica, nella tecnica; si può farlo solamente nella rete della comunità, del noi sociale, fuori dal quale siamo soli, dispersi e senza volti da guardare e amare.

Bastano queste tre parole, come dice Einstein, “per la vostra gioia personale”. E per augurarvi di cuore: Buon Anno!

Il vostro vescovo

+ Franco Giulio

diocesinovara.it

Domosofia 2023 Dal 15 al 17 settembre, DOMOSOFIA. Il festival delle idee e dei saperi organizzato dal Comune di Domodossola, torna in città per la sua 5^ edizione. Conferenze, incontri e conversazioni musicali a tema "CONNESSIONI"

Dal paleontologo e curatore della sezione di Paleontologia dei Vertebrati al Museo di Storia naturale di Milano Cristiano dal Sasso al giornalista Toni Capuozzo, passando per Alessandro Meluzzi, Enrico Vanzina, Paolo Guzzanti, Oscar Farinetti e molti altri nomi noti: sono solo alcuni degli appuntamenti del ricco calendario della quinta edizione di Domosofia , il festival delle idee e dei saperi organizzato dal Comune di Domodossola (Verbania), dal 15 al 17 settembre.

Con il titolo, quest'anno 'Connessioni', "non solo nel senso - spiegano gli organizzatori - dell' essere connesso, dell'unione fra due o più cose, ma anche del linguaggio dell'informatica e delle telecomunicazioni, del collegamento a una rete telematica, della connessione planetaria".
    La tre giorni richiama a Domodossola persone, intellettuali, studiosi tra loro anche molto diversi.

Tra loto lo scrittore Francesco Muzzopapa, l'avvocato Michele Gerace, il professore di Leadership and Innovation Mariano Voso, la nutrizionista Simona Bertoli, lo psichiatra Leonadro Mendolicchio, la fisica e climatologa Serena Giacomin, il medico e psicoterapeuta Alberto Pellai e la psicopedagogista Barbara Tamborini, il monsignor Franco Giulio Brambilla, i Cameristi della Scala, il divulgatore e scrittore Mauro Caniggia Nicolotti e l'autore Luca Poggianti, la responsabile di ricerca all'Istituto Affari Internazionali Nona Mikhelidze, il vicedirettore della Verità Francesco Borgonovo, il coach di benessere digitale Gavino Puggioni. E tanti altri.
    Conferenze, panel, talk show, laboratori, conversazioni musicali, ma anche spazi "per incontrarsi, confrontarsi e condividere cultura, analizzare lo scenario attuale o lasciarsi andare a previsioni sul futuro. Sarà un' emozione ospitare nella magica atmosfera del nostro Borgo, i nostri concittadini e tutte le persone che lo vorranno per confrontarci su temi così attuali - dice il sindaco di Domodossola Lucio Pizzi. Il Festival è organizzato insieme alla fondazione Paola Angela Ruminelli e l'associazione Ars.Uni.Vco Ets.
   

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Oxilia Festival, Peppe Servillo a Palazzo San Francesco a Domodossola con le avventure di Marcovaldo

Il centenario dalla nascita di Italo Calvino, uno dei maggiori autori italiani del Novecento, e un ospite eccezionale nel luogo principe della cultura della Val d’Ossola. Per Oxilia Festival, di fronte al restaurato sipario del Teatro Galletti, Peppe Servillo ha letto le celebri avventure di Marcovaldo, per trasportare il pubblico nella mente e nel mondo di Calvino. Con l’artista piemontese di nascita e casertano d’adozione, Cristiano Califano alla chitarra.

Dalla lettura delle fiabe scelte emergono gli aspetti più ironici del noto personaggio che ne evidenziano l’assoluta modernità: la complessa vita caotica in città, l’urbanizzazione senza razionalità ed ordine, l’industrializzazione crescente, la povertà delle fasce più basse della popolazione, la difficoltà dei rapporti umani ed interpersonali.

Le storie di Marcovaldo ci invitano ad affrontare le difficoltà quotidiane con fantasia e immaginazione. Le parole di Calvino nello spazio espositivo di Palazzo San Francesco che per tutto l’anno ospita la mostra “Il Gran teatro della luce. Tra Tiziano e Renoir”.

A Domodossola va in scena "Il gran teatro della luce"

 La luce nell’arte tra '600 e '900 è protagonista assoluta di una mostra organizzata ai Musei civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco


Racconta delle varie interpretazioni della luce offerte dagli artisti nel corso di quattro secoli tra l’Italia e le Fiandre: dal classicismo cromatico di Tiziano allo scintillio intermittente di Renoir. In particolare, curata da Antonio D’Amico e Federico Troletti“Il gran teatro della luce” espone 45 opere realizzate tra Seicento e Novecento - 13 delle quali sono un eccezionale prestito di Banco Bpm - che si snodano all’interno di Palazzo San Francesco di Domodossola in un allestimento pensato e realizzato dal light designer Matteo Fiorini di studio Lys.

Articolato in 4 sezioni, il percorso espositivo prende avvio con la ‘Deposizione di Cristo nel sepolcro’, realizzato da Tiziano Palma il Giovane nella seconda metà del ’500. La prima sezione prosegue con le opere degli artisti olandesi giunti a Roma per scoprire la tecnica di inserimento della luce nella pittura di Caravaggio. In esposizione anche un ‘Cristo alla colonna’ di Mattia Preti e una silente ‘Natura morta’, dall’alto valore simbolico, realizzata da Giorgio de Chirico. Segue la sezione dedicata alla luce naturale nel paesaggio lacustre e montano dove si evidenziano le varie fasi della giornata e l’alternarsi delle stagioni. In esposizione, tra gli altri, i dipinti di un novero di artisti ottocenteschi come Ippolito Caffi, Domenico Induno Angelo Morbelli che cercano di riprodurre su tela l'effetto atmosferico. Fra i capolavori in mostra segnaliamo l’affascinante ‘Panni al sole’, uno dei più importanti dipinti divisionisti di Pellizza da Volpedo, e ‘Le lavandaie a Cagnes’ di Pierre-Auguste Renoir. Esposte per la prima volta anche alcune grandi tele dedicate al paesaggio ossolano nelle quali i riflessi dell’acqua riproducono le luci tipiche della vallata. Alla riscoperta della valenza evocativa della luce è dedicata l'ultima parte dell'esposizione con un gruppo di opere realizzate fra Ottocento e Novecento: da ‘La morte di Cleopatra’, dipinta da Achille Glisenti, alle tele di Gaetano Previati, luci e ombre plasmano i corpi tra carnalità e spiritualità.

Grazie alla preziosa collaborazione con Enel Green Power, inoltre, la rassegna rende omaggio al potenziale idroelettrico della Val d’Ossola. In questo territorio, ideale per la costruzione delle centrali idroelettriche, nel Novecento sono sorti veri e propri gioielli di architettura industriale. Le storie di questi edifici rivivono in una sequenza di rarissime fotografie retroilluminate tratte dai materiali d'archivio dell’Ente nazionale per l'energia elettrica.

Patrocinata da Regione Piemonte e realizzata da Comune di Domodossola in collaborazione con Fondazione Angela Paola Ruminelli Museo Bagatti Valsecchi di Milano, la mostra è in programma fino al 7 gennaio 2024.

Novità al Calvario: trasferimento per il rettore don Michele, al suo posto don Gianni Picenardi. Torna anche don Vito Nardin


vcoazzurratv.it

Sono diverse le novità che interesseranno nelle prossime settimane il Sacro Monte Calvario di Domodossola. Dal 1° settembre cambio al vertice. L’attuale rettore, don Michele Botto Steglia è stato stato destinato alla parrocchia che i padri rosminiani hanno a Roma, all’Eur. Originario della provincia di Biella, don Michele era stato nominato a capo del sacro monte domese nell’estate 2020, è anche prevosto della Parrocchia del Sacro Cuore di San Quirico.

Al Calvario come rettore torna don Gianni Picenardi, attualmente impegnato presso il Centro Internazionale di studi rosminiani di Stresa.
Dopo aver guidato come preposito generale l’Istituto della Carità (era stato nominato padre generale dei rosminiani, dal 2013 al 2021) torna al Calvario di Domodossola anche Don Vito Nardin. Aveva lasciato l’incarico al vertice dei rosminiani per limiti di età, da due anni era a Rovereto, presso la casa natale di Antonio Rosmini.

Domodossola pronta ad accogliere la Sbrinz-Route

La rievocazione degli antichi contatti commerciali italo-svizzeri festeggia i 20 anni




ossolanews.it
Preparativi in corso per accogliere sabato 26 agosto, tra le ore 17.00 e le ore 18.00 la carovana della Sbrinz-Route, composta da un numeroso gruppo di someggiatori, cavalli ed escursionisti. Una manifestazione che festeggia il XX anniversario. Anche l’amministrazione comunale ha già programmato l’accoglienza dalle porte della città fino alla piazza, attraverso un percorso che vedrà interessate alcune vie cittadine quali Via Sempione, Via Giovanni XXIII, primo tratto di Via Binda, Via Cadorna, Piazza Cavour e Via Briona.
La festa di benvenuto avverrà come sempre in piazza Mercato. con la partecipazione delle associazioni domesi e delle donne in costume ma anche alcune bancarelle con prodotti del territorio ossolano. Si calcola che quest’anno possano essere circa 70 i someggiatori che trasportavano le merci con gli animali da soma.
Ricordiamo che la Sbrinz Route ripercorre l’antico cammino commerciale che, attraverso la via del Gries, nei secoli scorsi, consentiva di portare sale, granaglie e vino in terra elvetica e pregiati formaggi, fra i quali lo Sbrinz in terra italiana.

Settimana Santa, le celebrazioni al Sacro Monte Calvario di Domodossola


IL 6 aprile giovedì Santo alle 18.30 messa dell'ultima cena e lavanda dei piedi ai i ragazzi della prima comunione segue la riposizione del Santissimo Sacramento e l'adorazione eucaristica in Santuario fino alle 20.30.

Il 7 aprile venerdì Santo alle 15 celebrazione della Passione del Signore alle 20.30. Solenne Via Crucis lungo la via Regia con partenza dalla prima cappella ai piedi del Calvario segue il canto delle “Ultime Sette Parole di Gesù sulla Croce” e la benedizione con la reliquia della Santa Croce.

L'8 aprile sabato santo alle 22 solenne Veglia Pasquale di Risurrezione. Il 9 aprile domenica di Pasqua alle 10 Santa Messa e alle 17.30 messa al Santuario del Santissimo Crocifisso. Le celebrazioni della settimana Santa saranno animate dalla Capella musicale del Sacro Monte Calvario.

ossolanews.it

Primavera in crisi, arrivano freddo e neve

AGI - L'aria artica approdata sul bacino Mediterraneo, passando per la Scandinavia e l'Europa centrale, ha portato sulla nostra penisola freddo per l'avvio della prima settimana di aprile. Sono le previsioni del Centro Meteo Italiano, che confermano un calo termico generalizzato (dell'ordine di 6-8 C), che si avvertirà specialmente nella prima parte della settimana; previste, inoltre, tra martedì e mercoledì instabilità e nevicate che potranno spingersi fin verso le quote collinari al centro-sud, mentre al nord il sole continuerà a splendere.

Questa irruzione d'aria di matrice artico-marittima, andrà ad alimentare un minimo di bassa pressione posizionato a sud della Calabria, dove quest'oggi saranno possibili acquazzoni e possibili disagi specialmente sui versanti Ionici.

Previsioni meteo per oggi:

Al Nord - al mattino nuvolosità irregolare su Piemonte ed Emilia Romagna, con isolate precipitazioni, sereno o poco nuvoloso altrove. Al pomeriggio instabilità su Liguria, Piemonte, Lombardia ed Emilia, con neve sulle Alpi occidentali dai 1600 metri. In serata insistono le precipitazioni sul Piemonte, con neve in calo fin verso i 1400 metri.

Al Centro- al mattino nuvolosità in transito su tutte le regioni ma con tempo asciutto, salvo deboli piogge sulla Toscana. Al pomeriggio isolati fenomeni tra Toscana e Umbria, asciutto altrove ma con nuvolosità irregolare in transito. In serata si rinnovano condizioni di tempo asciutto ma con molte nuvole, pioviggini su Toscana e Umbria.

Al Sud e sulle Isole - al mattino tempo stabile su tutti i settori con nubi sparse alternate a schiarite. Al pomeriggio molte nuvole in transito su tutte le regioni ma sempre con tempo asciutto. In serata e nottata si rinnovano condizioni di tempo stabile ma con cieli nuvolosi. Temperature minime e massime in generale diminuzione da nord a sud.

Ora c'è un cane al posto dell'uccellino blu di Twitter

 

AGI - Da alcune d'ore Twitter ha sostituito il tradizionale logo dell'uccellino con il 'Doge', un popolare meme che ritrae un cane Shiba Inu e che è diventato simbolo della criptovaluta 'Dogecoin'. Poco dopo il proprietario di Twitter, Elon Musk, ha pubblicato una vignetta che mostra il 'Doge' al volante che, fermato da un poliziotto che ne sta verificando l'identità, spiega che "è una vecchia foto" all'agente che guarda perplesso il 'bluebird' sul documento.

Secondo i dati CoinDesk, il valore del Dogecoin è aumentato del 30% in pochi minuti dopo il cambiamento di icona, salendo da 8 a 11 cent. Musk è sempre stato un sostenitore del Dogecoin e ha affermato più volte che questa criptovaluta è più funzionale del Bitcoin per i pagamenti online. Lo scorso gennaio il Financial Times aveva scritto che il numero uno di Tesla intende offrire presto agli utenti di Twitter la possibilità di effettuare transazioni in criptovalute.

La novità non è sfuggita a Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, che sul suo canale Telegram ha scritto che il Doge "sembra un cane che ha mangiato l'uccellino", aggiungendo l'emoticon del gattino che ride. 

Come è nato il meme

Il meme che raffigura Kabosu, una femmina di Shiba Inu con tanto di pedigree, ha fatto la sua comparsa su internet nel 2010 ed è presto diventato popolarissimo, raggiungendo il picco di diffusione nel 2013, quando diventa anche il logo della criptovaluta.

Di solito i meme del Doge, e le sue varianti, sono accompagnati da frasi in un inglese volutamente approssimativo che esprimono sarcasmo nei confronti dell'utente di turno. A riprova dell'enorme diffusione del meme, oltre alle apparizioni pubblicitarie, il suo utilizzo da parte di alcuni membri del Congresso degli Stati Uniti (che, secondo i critici, avrebbe "ucciso" il meme, normalizzandolo) e il pesce d'aprile scelto nel 2017 dall'emittente statale cinese Cctv, che annunciò per scherzo la morte di Kabosu.

ansa.it

Indiana Jones torna al festival di Cannes, è ufficiale

Sulla memorabile musica di John Williams, il regista James Mangold e Harrison Ford saliranno i gradini del Palais des Festivals il 18 maggio per un evento che segnerà l'attesissimo ritorno del celebre avventuriero archeologo nella selezione ufficiale di Cannes.

Il festival, dopo giorni di indiscrezioni, lo ha confermato: il quarto e ultimo film della saga di George Lucas, Indiana Jones e il Quadrante del destino, sarà presentato a Cannes.

Il film arriverà in sala in Italia con Disney dal 28 giugno (stessa data per la Francia, il 30 in Usa). Diretto da James Mangold, con Harrison Ford nei panni del leggendario eroe, arriva 15 anni dopo la presentazione nel 2008 di Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo diretto da Steven Spielberg. E sarà l'occasione anche per un omaggio speciale a Harrison Ford, 80 anni compiuti nel luglio scorso.
Il primo film della saga, I predatori dell'arca perduta, datato 1981, usci' direttamente dall'immaginazione di George Lucas, ben prima dell'epico Star Wars e poi, dirette da Steven Spielberg, le avventure di Indiana Jones hanno conquistato il cuore di milioni di fan che lo hanno seguito per quattro decenni. Incarnazione di un'America eroica, Harrison Ford ha interpretato alcuni dei ruoli più iconici degli ultimi 50 anni, tra cui Han Solo per George Lucas in Star Wars IV, V e VI e Rick Deckard in Blade Runner (1982) di Ridley Scott e Blade Runner 2049 (2017) di Denis Villeneuve, cui aggiunge, diretto da Mangold, di nuovo l'avventuriero archeologo con il cappello, la frusta e...gli effetti speciali con cui Ford si vedrà sul grande schermo. Insieme a Harrison Ford, il cast del film tutto atteso a Cannes include Phoebe Waller-Bridge, Antonio Banderas, John Rhys-Davies, Shaunette Renee Wilson, Thomas Kretschmann, Toby Jones, Boyd Holbrook, Oliver Richters, Ethann Isidore e Mads Mikkelsen.
James Mangold torna a Cannes, a 28 anni dalla presentazione del suo primo film Dolly's Restaurant (tit. originale Heavy). Ha poi diretto, tra gli altri, Copland nel 1997, il biopic su Johnny Cash, Quando l'amore brucia l'anima (Walk the Line) nel 2005 con Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon, che gli è valso l'Oscar come migliore attrice, ma anche Quel treno per Yuma nel 2007 e Le Mans '66 - La grande sfida (Ford v Ferrari) nel 2019. "Nel 1995, sono stato onorato di venire a Cannes con il mio primo film Dolly's Restaurant alla Quinzaine. Ventotto anni dopo, sono orgoglioso di tornare con uno spettacolo leggermente più grande. Io e i miei leggendari collaboratori siamo molto entusiasti di condividere con voi una nuova e definitiva avventura di Indiana Jones!", ha dichiarato il regista James Mangold.

ansa.it

 

Salone del Libro, Annalena Benini è la nuova direttrice


- La scrittrice Annalena Benini sarà la direttrice del Salone Internazionale del Libro di Torino per il triennio 2024-2026.

L'hanno scelta il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo e il presidente dell'Associazione Torino, la Città del Libro, Silvio Viale.

Annalena Benini, che prenderà il posto di Nicola Lagioia, è nata a Ferrara e vive a Roma. Giornalista e scrittrice, dal 2001 è al Foglio, dove scrive di cultura, persone, storie e per il quale dirige la rivista culturale Review, cura la rubrica di libri Lettere rubate, che esce ogni sabato, e l'inserto Il Figlio, che esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha pubblicato La scrittura o la vita. Dieci incontri dentro la letteratura (Rizzoli, 2018). Per la Rai ha scritto e condotto i programmi televisivi Romanzo italiano e Pietre d'inciampo. Per Einaudi ha curato l'antologia I racconti delle donne (2019) e ha in pubblicazione Annalena (aprile 2023). La nomina di Annalena Benini, arrivata a sorpresa alla vigilia della conferenza stampa sul programma della prossima edizione, al Lingotto dal 18 al 22 maggio, chiude un lungo periodo di polemiche sulla scelta del successore di Lagioia. Tra le ipotesi, poi saltate, quella di un tandem formato dallo scrittore torinese Paolo Giordano, a lungo considerato il favorito nella corsa alla direzione, e da Elena Loewenthal, scrittrice, traduttrice, confermata poi alla guida della Fondazione Circolo dei lettori. Giordano si è poi ritirato dalla corsa parlando di "ingerenze della politica" nella scelta del direttore. (ANSA).
   

Turismo è tornato ad essere settore traino dell'economia italiana



Sono oltre 16 milioni gli italiani pronti a partire per le vacanze nelle prossime festività: Pasqua e 25 aprile. Senza contare 2,5 milioni di indecisi, saranno almeno 8 milioni i vacanzieri pasquali, di cui il 60% farà 2 notti fuori casa, ma uno su dieci starà fuori per tutta la settimana. Lo evidenziano i risultati dell'indagine condotta dall'Osservatorio sul Turismo di Confcommercio, realizzato da SWG, indagine che mostra come le destinazioni all'interno della regione di appartenenza saranno scelte da uno su due mentre, della restante metà, 8 viaggeranno altrove ma sempre in Italia e 2 verso l'estero. Le località di mare sono le più ambite, nel 22% dei casi, seguite da città d'arte e borghi che, insieme, totalizzano un ulteriore 28%, per una spesa complessiva che - in ragione di 400 euro pro-capite - dovrebbe attestarsi intorno ai 4 miliardi di euro.
Il ponte della Liberazione registra invece, al momento, 8,2 milioni di italiani che si sono già organizzati e altri 4 milioni che ci stanno pensando seriamente, per una spesa complessiva che rasenterebbe i 4,5 miliardi, stante un budget lievemente più contenuto - 360 euro a testa - probabilmente perché gli intervistati si attendono prezzi lievemente più bassi in quel periodo. Con più giorni disponibili in questo caso, si allarga il perimetro degli spostamenti - sono il 42% quelli che resteranno nella regione di appartenenza e il 14% quelli che andranno all'estero - mentre il meteo presumibilmente più a favore, almeno stando al calendario, fa salire al secondo posto fra le destinazioni, sempre dopo il mare, i luoghi immersi nella natura. Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Puglia, Liguria, Veneto e Campania sono le regioni più gettonate mentre, per le mete estere, le notizie di scioperi e agitazioni in Francia non sembrano offuscare più di tanto l'appeal per i connazionali di questo paese, primo di gran lunga rispetto a Spagna e Grecia.

Commentando l'indagine il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli sottolinea come "il turismo è tornato ad essere settore traino dell'economia italiana. Lo confermano le previsioni del periodo pasquale con l'aumento delle attese presenze straniere. Per consolidare questi risultati bisogna investire soprattutto nelle infrastrutture e accelerare in sicurezza i tempi di utilizzo dei fondi del Pnrr. Un' opportunità irripetibile che non possiamo perdere".
avvenire.it

Altro successo #domenicalmuseo, boom di turisti

- "La quarta #domenicalmuseo dell'anno, che prevede l'ingresso gratuito in tutti i luoghi della cultura statali, registra un altro successo.

Anche grazie ai numerosi turisti presenti in Italia, i nostri siti hanno fatto segnare presenze elevatissime.

Stando ai primi dati disponibili, si conferma il legame molto forte dei visitatori con le straordinarie bellezze dell'arte, della storia, nonché della natura e del paesaggio italiano. Un ringraziamento particolare per il lavoro svolto anche questa domenica va, poi, a tutto il personale del MiC impegnato nella riuscita dell'iniziativa". Lo dichiara il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, commentando i primi dati sull'affluenza dei visitatori della "Domenica al museo" di oggi 2 aprile.
    Di seguito i primi dati provvisori pervenuti: Parco archeologico del Colosseo - Anfiteatro Flavio 21.690; Parco archeologico di Pompei - Area archeologica di Pompei 21.551; Castel Sant'Elmo e Museo del Novecento a Napoli 10.305; Reggia di Caserta 10.098; Gallerie degli Uffizi - Gli Uffizi 9.450; Gallerie degli Uffizi - Palazzo Pitti 7.651; Parco archeologico del Colosseo - Foro Romano e Palatino 6.647; Galleria dell'Accademia di Firenze 6.300; Musei Reali di Torino 5.704; Museo nazionale di Castel Sant'Angelo e Passetto di Borgo 5.488; Palazzo Reale di Napoli 4.650; Parco archeologico di Ercolano 4.373; Museo storico e il Parco del Castello di Miramare - Museo storico 2.622; Parco archeologico di Paestum e Velia - Museo e area archeologica di Paestum 2.501; Complesso monumentale della Pilotta 2.300; Gallerie dell'Accademia di Venezia 2.060; Museo di Palazzo Grimani 1.741; Castello Sevo di Bari 1.723; Musei del Bargello - Cappelle Medicee 1.490; Museo nazionale etrusco di Villa Giulia 1.418; Musei del Bargello - Museo nazionale del Bargello 1.400; Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini 1.362; Pinacoteca nazionale di Bologna 1.361; Musei nazionali di Genova - Palazzo Reale 1.286; Galleria Spada 1.202; MuNDA - Museo nazionale d'Abruzzo 1.192; Castel del Monte 1.164; Museo delle Civiltà 1.055; A questi dati si aggiungono i 19.873 visitatori del Vittoriano, i 18.817 visitatori del Pantheon e 14.445 visitatori del Giardino di Boboli. (ANSA).

Domenica delle Palme 2 aprile, con inizio alle ore 18.15, nel Santuario del SS. Crocifisso al S. M. Calvario, Concerto per il tempo di Passione


La Cappella Musicale del Sacro Monte Calvario, in collaborazione con l’Istituto della Carità - PP. Rosminiani e la Parrocchia di Calice, rinnovano un tradizionale appuntamento musicale al Calvario. Domenica delle Palme 2 aprile, con inizio alle ore 18.15, nel Santuario del SS. Crocifisso al S. M. Calvario, ci sarà il Concerto per il tempo di Passione; il tema proposto quest’anno sarà la ricostruzione della Liturgia delle Tenebre del Mattutino del Giovedì Santo. Nicoletta Turla: soprano, Candice Carmalt: alto, Valentina Bionda: violoncello e Gian Luca Rovelli: clavicembalo eseguiranno le Leçons de Ténèbres di François Couperin (1668-1733), con la Schola Gregoriana del Sacro Monte Calvario, con Lorenzo Sgarella: prefetto del coro e Pietro Mencarelli: direttore, che eseguirà i versetti, i salmi e i responsori in canto gregoriano. Nel 1714, per l’Abbazia di Longchamp, François Couperin compose le “Trois Leçons de Ténèbres pour la nuit du mercredi saint” sul testo delle Lamentazioni di Geremia; due di esse sono per voce sola e basso continuo, una, la terza, è a due voci e basso continuo. Una particolarità della messa in musica delle Lamentazioni è che ogni versetto in latino viene preceduto dalla lettera dell’alfabeto con cui inizia il corrispondente versetto in ebraico. E la lettera ebraica è occasione di melismi, e abbellimenti di ogni genere. La terza Leçons viene unanimemente considerata uno dei vertici assoluti della musica barocca per la straordinaria sontuosità delle ornamentazioni, delle appoggiature, dei vocalizzi e l’arditezza delle dissonanze. Questo concerto propone l’inserimento delle Leçons de Ténèbres nella cornice per la quale sono state ideate: la liturgia delle ore del I Notturno del Matutinum del Giovedì Santo, che prevede l’esecuzione in canto gregoriano, affidata alla Schola Gregoriana, di tre salmi preceduti e conclusi dalle proprie antifone, del versiculum, e dei tre responsoria prolixa a conclusione delle lamentazioni musicate da Couperin, accostando la severità della monodia gregoriana alla ricchezza armonica e melodica della musica del barocco francese. L’attività della Cappella Musicale è resa possibile grazie alla sensibilità dell’Istituto della Carità – PP. Rosminiani, della Parrocchia di Calice, dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti, della Città di Domodossola e con il sostegno e il contributo prezioso della Fondazione Comunitaria del VCO Ente Filantropico e della Fondazione CRT.
Fonte: Comunicato Stampa

Presentata a Milano “Best in Travel 2023”, la pubblicazione che rivela le migliori mete di viaggio per il prossimo anno




 

Anche quest’anno Lonely Planet, la casa editrice leader a livello internazionale per il settore turistico, ha stilato una lista delle migliori mete di viaggio. Tra le destinazioni inserite nella guida per il prossimo anno c’è anche l’Umbria, unica meta italiana.
Best in Travel 2023, Umbria unica meta Italiana
Lonely Planet ha svelato le destinazioni Best in Travel per il 2023. La guida include trenta mete suddivise in cinque categorie: sapori, itinerari, relax, connessioni e scoperte. I Paesi e le città proposte non seguono nessun ordine particolare.

Tra le destinazioni inserite vi è anche l’Umbria, unica meta italiana per il 2023, anno in cui la Regione ospiterà il 500esimo anniversario della morte del pittore Perugino, maestro rinascimentale di fama mondiale. L’annuncio ufficiale è stato dato nel corso della presentazione a Milano di “Best in Travel 2023“, la pubblicazione che rivela le “mete imperdibili” per il prossimo anno scelte grazie al contributo di staff, autori, blogger ed editori vari.

L’Umbria è segnalata nella categoria “Sapori” e viene definita “un territorio capace di attrarre per la sua variegata offerta enogastronomica, ancor di più il prossimo anno, quando si svolgeranno una serie di appuntamenti volti a celebrare i 500 anni della morte del Perugino e i 50 anni di Umbria Jazz”.

“È motivo di vanto e di orgoglio assistere da protagonisti alla presentazione della nuova edizione di Best in Travel 2023 di Lonely Planet che inserisce l’Umbria, il suo territorio e le sue eccellenze quale meta italiana di riferimento del turismo internazionale”, ha dichiarato l’assessore al Turismo della Regione Umbria, Paola Agabiti.
“L’Umbria con questo importante riconoscimento, conferma la sua declinazione di terra in grado di offrire, nelle sue innumerevoli sfaccettature e nella sua ecletticità, differenti livelli di appeal, imponendosi nel panorama italiano ed internazionale, finalmente, come territorio unico e senza uguali, capace di donare meraviglie rare ed impareggiabili, coniugando con sapienza bellezze ambientali e culturali”, ha aggiunto.
“L’amministrazione regionale accoglie questa importante segnalazione come un ulteriore riconoscimento al valore del nostro territorio e alla qualità delle sue produzioni. Ai veri creatori di tali eccellenze va il nostro riconoscimento e la nostra gratitudine, per aver reso grande la nostra regione. Nella ricorrenza del cinquecentenario del Perugino abbiamo voluto onorare la peculiarità del genio umbro, rendendo la nostra regione un faro per milioni di visitatori ed appassionati nella convinzione che investire nel patrimonio di sapere e di conoscenza proprio della nostra regione, costituisca un segno di sviluppo e di elevazione”, ha proseguito l’assessore Agabiti.
Il risultato raggiunto, ha concluso, è “frutto di un costante ed incessante lavoro di promozione, sostenuto da azioni finalizzate a far conoscere il portato umano, artistico e valoriale di borghi, città, paesi e territori”. “In questo contesto l’amministrazione regionale ha puntato sempre di più a promuovere l’Umbria intrecciando l’innovazione e la ricerca con il sapere antico per rendere la regione unica, accogliente, ospitale e a valorizzarne ogni suo aspetto e ogni risorsa disponibile a definire l’eccellenza umbra come un marchio di qualità”, ha detto infine. Le altre mete consigliate da Lonely Planet
Oltre all’Umbria, Lonely Planet ha inserito nella categoria “Sapori” anche Lima, la capitale del Perù, definita “paradiso gastronomico in divenire da secoli”, ideale per “gustare pesce fresco”. Nella lista anche il Sudafrica, l’Uruguay (di cui Lonely Planet invita a visitare la poco conosciuta di Montevideo), lo Zambia, la Giordania, il Western Australia, lo Stato dell’Alaska, la Giamaica, El Salvador, l’isola della natura Dominica, l’Albania, la Scozia Meridionale e la penisola Calcidica, in Grecia.
Tra gli itinerari troviamo: la provincia di Nova Scotia, in Canada; il Trans Bhutan Trail, antico sentiero di pellegrinaggio riaperto ai visitatori nel settembre 2022; il treno Istanbul-Sofia, un treno notturno, recentemente ripristinato, che parte dalla città in cui s’incontrano Oriente e Occidente, Istanbul, e dopo 11 ore arriva nella capitale della Bulgaria. Figurano nella guida anche i Parques Nacionales Naturales De Colombia, le 59 aree naturali protette della Colombia; lo Stato dell’Idaho; il New Mexico; Raja Ampat in Indonesia; Malta; e Guyana, un Paese sulla costa atlantica settentrionale del Sudamerica. Infine, tra le città, Lonely Planet consiglia: Sidney (Australia); la capitale del Ghana, Accra; Kuala Lumpur in Malasyia, considerata centro urbano “multiculturale”; Fukuoka in Giappone, situata sulla costa settentrionale dell’isola di Kyūshū; Marsiglia (Francia); Manchester (UK) e Dresda (Germania).