La luce nell’arte tra '600 e '900 è protagonista assoluta di una mostra organizzata ai Musei civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco
Racconta delle varie interpretazioni della luce offerte dagli artisti nel corso di quattro secoli tra l’Italia e le Fiandre: dal classicismo cromatico di Tiziano allo scintillio intermittente di Renoir. In particolare, curata da Antonio D’Amico e Federico Troletti, “Il gran teatro della luce” espone 45 opere realizzate tra Seicento e Novecento - 13 delle quali sono un eccezionale prestito di Banco Bpm - che si snodano all’interno di Palazzo San Francesco di Domodossola in un allestimento pensato e realizzato dal light designer Matteo Fiorini di studio Lys.
Articolato in 4 sezioni, il percorso espositivo prende avvio con la ‘Deposizione di Cristo nel sepolcro’, realizzato da Tiziano e Palma il Giovane nella seconda metà del ’500. La prima sezione prosegue con le opere degli artisti olandesi giunti a Roma per scoprire la tecnica di inserimento della luce nella pittura di Caravaggio. In esposizione anche un ‘Cristo alla colonna’ di Mattia Preti e una silente ‘Natura morta’, dall’alto valore simbolico, realizzata da Giorgio de Chirico. Segue la sezione dedicata alla luce naturale nel paesaggio lacustre e montano dove si evidenziano le varie fasi della giornata e l’alternarsi delle stagioni. In esposizione, tra gli altri, i dipinti di un novero di artisti ottocenteschi come Ippolito Caffi, Domenico Induno e Angelo Morbelli che cercano di riprodurre su tela l'effetto atmosferico. Fra i capolavori in mostra segnaliamo l’affascinante ‘Panni al sole’, uno dei più importanti dipinti divisionisti di Pellizza da Volpedo, e ‘Le lavandaie a Cagnes’ di Pierre-Auguste Renoir. Esposte per la prima volta anche alcune grandi tele dedicate al paesaggio ossolano nelle quali i riflessi dell’acqua riproducono le luci tipiche della vallata. Alla riscoperta della valenza evocativa della luce è dedicata l'ultima parte dell'esposizione con un gruppo di opere realizzate fra Ottocento e Novecento: da ‘La morte di Cleopatra’, dipinta da Achille Glisenti, alle tele di Gaetano Previati, luci e ombre plasmano i corpi tra carnalità e spiritualità.
Grazie alla preziosa collaborazione con Enel Green Power, inoltre, la rassegna rende omaggio al potenziale idroelettrico della Val d’Ossola. In questo territorio, ideale per la costruzione delle centrali idroelettriche, nel Novecento sono sorti veri e propri gioielli di architettura industriale. Le storie di questi edifici rivivono in una sequenza di rarissime fotografie retroilluminate tratte dai materiali d'archivio dell’Ente nazionale per l'energia elettrica.
Patrocinata da Regione Piemonte e realizzata da Comune di Domodossola in collaborazione con Fondazione Angela Paola Ruminelli e Museo Bagatti Valsecchi di Milano, la mostra è in programma fino al 7 gennaio 2024.