Proteste a Domodossola: "Non ci può essere la Cappuccina senza i suoi frati"
Maltempo in Ossola: oltre 100 turisti evacuati a Varzo
Oltre 100 turisti bloccati nella zona dell'Alpe Veglia a causa della frana che ha provocato la chiusura della strada tra San Domenico e Ponte Campo, a Varzo. Le forti piogge che hanno colpito la Valle Divedro dalla serata di ieri, sabato 29 giugno, hanno infatti causato l'esondazione del rio Croso, che ha travolto il ponte sulla strada tra San Domenico e Ponte Campo.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco con l'elicottero Drago 141 del reparto volo Malpensa, che si stanno occupando dell'evacuazione di 123 persone che si trovavano nelle attività ricettive a monte della frana e che non possono scendere a valle a causa della strada bloccata.
I turisti vengono elitrasportati in una zona sicura, allestita al campo sportivo di Varzo. Sul posto sono presenti i vigili del fuoco dei distaccamenti di Varzo e Domodossola, che collaborano alle operazioni.
novaratoday
La Cappuccina perde i suoi frati, da settembre 2025 un'unica parrocchia a Domo
La notizia circolava da settimane, ma nessuno aveva confermato o smentito. La Cappuccina dal 2025 non avrà più i suoi amati frati. A dare la conferma il Vescovo novarese Franco Giulio Brambilla e Padre Roberto Rossi Raccagni, Provinciale dei Cappuccini di Torino-Alessandria. Dal 1 settembre 2025 la parrocchia di sant’Antonio da Padova sarà sotto la responsabilità giuridica e pastorale del parroco domese, don Vincenzo Barone.
“La provincia dei Frati Cappuccini di Torino-Alessandria e la Diocesi di Novara annunciano alla comunità parrocchiale della Cappuccina di Domodossola che il prossimo anno 2025 i frati lasceranno la Parrocchia di sant’Antonio da Padova, sita in via San Francesco, 25. La forte diminuzione delle vocazioni e il riassetto delle Province dell’ordine del Cappuccini del Nord Italia impone la revisione della presenza dei frati che non riusciranno più ad assicurare il servizio pastorale alla comunità di Domodossola, pur restando ancora in Diocesi a Novara.
I Frati Cappuccini ringraziano la città di Domodossola per oltre settanta anni di feconda collaborazione pastorale e forte promozione sociale, rese possibili dal concorso di molti fedeli e di molte persone e istituzioni che hanno consentito una presenza e un’animazione religiosa, culturale e sociale, che è andata oltre i confini della stessa città.
La diocesi di Novara, ancor di più, è molto grata per la decennale presenza della comunità dei religiosi Cappuccini, che è sempre stata cordialmente in comunione con il vescovo e ha vissuto una forte collaborazione con i sacerdoti diocesani. Vengono alla memoria la carismatica figura di Padre Michelangelo e la zelante persona di Padre Vincenzo, appena mancato, che ne ha continuato la memoria, insieme con i frati che hanno servito negli anni scorsi e quelli tutt’ora presenti e operanti.
La comunità dei frati rimarrà a Domodossola tutto il prossimo anno pastorale 2024-2025, quando alla festa patronale del 15 giugno la Diocesi e la Parrocchia ringrazieranno con gioia per la bella presenza della comunità religiosa ed esprimeranno la debita gratitudine di tutte le persone e istituzioni che hanno beneficiato del carisma di san Francesco nella città e nell’Ossola.
La parrocchia di sant’Antonio da Padova dal 1° settembre 2025 lavorerà in comunione e sotto la responsabilità giuridica e pastorale del parroco con i suoi sacerdoti collaboratori della Parrocchia dei s.s. Gervasio e Protaso di Domodossola”.
Franco Giulio Brambilla,
Vescovo di Novara
Padre Roberto Rossi Raccagni,
Provinciale dei Cappuccini di Torino-Alessandria
in Ossola News
Fiumi e torrenti a livello di guardia nell’Ossola dopo le forti piogge
Fiumi e torrenti a livello di guardia in alcuni paesi dell’Ossola dopo la forte pioggia di ieri sera. In Anzasca l’Anza ha divorato parte del parcheggio di Pestarena ed un’auto è scivolata stata risucchiata sino al livello dell’acqua ma non è stata travolta.
Pericolo hanno creato ieri sera le acque del Tambac e del rio Horlovono a Macugnaga dove si registrano danni. ''Una situazione di pericolo mai vista. In pratica i corsi d'acqua hanno trascinato a valle di tutto'' ha detot un abitante del paese anzaschino.
Anche a Villadossola l’Ovesca ieri sera ha raggiunto un livello alto. A San Domenico, in val Divedro, grossi massi hanno causato danni a Ponte.
Ossola News
Estate nei parchi dell'Ossola: periodo di nascite per molte specie animali
L’inizio dell’estate è sempre un periodo particolarmente eccitante nei parchi delle Aree Protette dell’Ossola. Oltre alle fioriture che delle diverse specie vegetali è anche il periodo delle nascite.
A fine giugno i giovani camosci, stambecchi, cervi e caprioli già seguono le proprie madri sui pascoli, e nel giro di qualche settimana si schiuderanno le uova dei fagiani di monte, pernici bianche e coturnici. Camosci e stambecchi frequentano i pascoli in quota ed in zone piuttosto poco accessibili, mentre caprioli, cervi e fagiani di monte frequentano principalmente le zone boscate o cespugliate.
Nei parchi, questi animali mantengono un comportamento decisamente poco confidente, perché nella stragrande maggioranza dei casi trascorrono una parte del loro ciclo annuale fuori dall’area protetta, in aree dove possono anche essere cacciati. Il fatto che non si facciano osservare non significa che non possano frequentare zone nelle immediate vicinanze di sentieri frequentati anche da decine di turisti.
Per questo motivo, in questo periodo dell’anno, è richiesta una particolare attenzione quando si frequenta il parco. È importante rimanere sui sentieri, tenere i cani al guinzaglio e, nel caso si osservino esemplari di giovani animali, non avvicinarli.
ossolanews
Promozione per l'architettura locale ossolana
La Fondazione Canova è stata presentata questa mattina, sabato 8, a Domodossola in sala Falcioni, (ex Cappella Mellerio). Un cambio di passo, quello dell’associazione, oggi Fondazione, che dagli anni Novanta opera in Ossola per promuovere e sostenere l’architettura locale, e che vede impegnati i nuovi membri del Consiglio di amministrazione in progetti vecchi e nuovi.
In apertura ha portato il suo saluto il commissario della Fondazione Cariplo per il Vco, Giulia Margaroli: “Conosciamo il gruppo di Canova da molti anni. Il loro sembrava un sogno irrealizzabile invece poi abbiamo visto l’associazione crescere, organizzare iniziative culturali ma anche corsi, lavorare con le Università, sostenendo in modo importante lo sviluppo delle comunità locali, proprio come noi che siamo orgogliosi di dare il nostro contributo affinché i progetti della Fondazione Canova vengano portati avanti”.
Il presidente, Maurizio Cesprini, ha ringraziato quanti hanno sostenuto l’associazione in questi anni, il lavoro svolto, e ha spiegato i progetti sul tavolo oggi: “Nel Centro Culturale Ghesc_LAB, nel comune di Montecrestese, la Fondazione Canova dispone oggi di un’infrastruttura, in via di completamento, che ci permetterà di ampliare le attività e dare continuità lungo l’arco dell’anno.
Poi ci sono le iniziative culturali, tra cui il XX Incontro internazionale degli architetti che avrà luogo a breve; riproporremo lo sportello di consulenza sull’architettura tradizionale in pietra destinato alle comunità locali, non mancheranno iniziative rivolte alle scuole perché i giovani conoscano la storia dell’architettura del territorio, e proseguirà la collaborazione con le Università”.
Emozionato Ken Marquardt, fondatore dell’associazione, oggi vice presidente del Cda, nel raccontare 30 anni di storia che l’hanno visto personalmente impegnato. Marquardt ha anticipato interessanti novità sull’Incontro Internazionale degli architetti che quest’anno, a giugno, vedrà una tavola rotonda aperta al pubblico con oltre 20 architetti provenienti da tutti il mondo impegnati in un confronto su progetti di rinnovamento del comprensorio del Rosmini, dal Collegio fino ad arrivare al Sacro Monte Calvario.
Al tavolo dei relatori erano presenti anche gli altri membri del consiglio di amministrazione della Fondazione: Paola Gardin, architetto il cui lavoro si focalizza sull’integrazione di materiali sostenibili e sul concetto di conservazione storica, è inoltre autrice di molte pubblicazioni volte alla promozione del patrimonio architettonico locale. Andrea Mantello, torinese, architetto e lighting designer, ha scoperto la dimensione di Canova attraverso il villaggio laboratorio di Ghesc; Andreas Fries consigliere della Fondazione, senior partner del prestigioso studio Herzog & de Meuron dal 2011, responsabile di progetti in tutto il mondo, Insegna presso l'Accademia YAC a Bologna, dal 2021.
Ossola News
A Domodossola una mostra su Lorenzo Peretti, l'artista che lavorò solo 12 anni
Lorenzo Peretti (1871 – 1953). Natura e mistero è la mostra organizzata da Collezione Poscio nello spazio espositivo di Casa De Rodis dal 26 maggio al 26 ottobre 2024 a Domodossola. L’esposizione, curata da Elena Pontiggia, indaga la figura del pittore Lorenzo Peretti (Buttogno, 1871 - Toceno, 1953). La mostra comprende circa ottanta opere e ripercorre la breve vicenda di questo singolare artista, che ha dipinto solo una dozzina d’anni, non ha mai esposto in vita sua e nel suo studio non faceva entrare nessuno. La mostra presenta tutti i suoi principali lavori, tra cui il visionario Bosco dei druidi, 1898 ca, i suoi più importanti paesaggi divisionisti della Val Vigezzo e i precoci, anticipatori quadri non-finiti di inizio Novecento.
Sono esposti, tra l’altro, i tre suggestivi ritratti di Carlaccin, un contadino vigezzino dipinto sia da Cavalli, che da Fornara e Peretti. Le opere dei suoi amici Ciolina, Rastellini, lo stesso Fornara e Arturo Tosi compongono la seconda sezione della mostra. Sono documentati anche il viaggio dell’artista a Lione nel 1893-94 e le opere appena successive, tra cui Ritratto del padre Bernardino, prestato dai Musei Civici di Domodossola, toccante documento umano in cui Peretti si riconcilia col padre scomparso, che aveva avversato la sua vocazione pittorica. Viene poi analizzato il divisionismo irregolare e carico di tensione di Peretti, di cui sono esposti i massimi esempi. Vasto spazio è dedicato al suo Testamento filosofico recentemente ritrovato, documento della sua volontà di conciliare il cristianesimo con la teosofia, che è un aspetto centrale della sua personalità. Per lui la natura è un riflesso dell’infinito e nel mondo non c’è nulla che non sia un riverbero di Dio. Dopo un’ampia sezione di disegni, la mostra si conclude con un’antologia delle sue opere non-finite, tra cui Sottobosco e l’importante Parigi, 1903. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da SAGEP con un testo analitico di Elena Pontiggia e uno scritto di Davide Brullo.
Note sull’artista
Lorenzo Peretti jr (Buttogno 1871-Toceno 1953) nasce da una famiglia di artisti. Il nonno Lorenzo (1774-1851) era chiamato “il Raffaello della Val Vigezzo”. Il padre, Bernardino, era anche lui pittore, ma contrasta la vocazione artistica del figlio. Solo nel 1889, quando muore lasciandogli una cospicua eredità, il giovane Lorenzo può dedicarsi alla pittura. Nel 1890-92 studia con Carlo Giuseppe Cavalli e soprattutto con Enrico Cavalli alla scuola Rossetti Valentini di S. Maria Maggiore, dove ha per compagno Carlo Fornara, con cui stringe una viva amicizia. Nel 1892 vede la mostra di Fontanesi a Torino, da cui è inizialmente influenzato. Forse già nel 1893, e sicuramente nel 1894, compie un viaggio con Fornara e Enrico Cavalli a Lione, dove studia la pittura materica di Monticelli e la pittura francese da Delacroix e Courbet agli impressionisti, Seurat e Cézanne. Alla fine del 1894 si appassiona al divisionismo, ma nel 1896 rifiuta la proposta di Morbelli e Pellizza da Volpedo di esporre coi divisionisti l’anno successivo. Crea in questo periodo, con Adolfo Papetti, una biblioteca esoterica e teosofica, oggi purtroppo dispersa. Nel 1897 compie un viaggio a Monaco di Baviera. Si avvicina intanto al simbolismo e dipinge una natura abitata da visioni (Gli spiriti del male; Il bosco dei druidi, 1898). Agli inizi del nuovo secolo smette probabilmente di dipingere. Nel 1902 pubblica su “L’Indipendente” l’articolo su Fornara Dell’Arte nella società. Nel 1903 compie un viaggio a Parigi, dove torna ancora nel 1906-1908, dividendosi fra la capitale e la vicina Montrouge. Nel 1910 diventa redattore del “Popolo dell’Ossola”. Negli anni venti redige il suo testamento spirituale In suprema identità. Invocazione metafisica, in cui concilia la religione cristiana con la teosofia di Schuré e di Guénon. Da questo momento non si sa più nulla dell’artista, che scompare a Toceno nel 1953.
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